Il mercato cresce ma le regole sono ancora troppo restrittive
La crescita del mercato dei droni è costante da anni e, secondo il rapporto “Drone Service Market – Global Forecast to 2025“, nell’arco dei prossimi quattro anni il settore dovrebbe incrementare il giro di affari fino a 63,6 miliardi di dollari. Proiettando il traguardo ancora più avanti, Goldman Sachs prevede un mercato da oltre 100 miliardi di dollari, combinando l’ambito commerciale e quello governativo. Al di là delle cifre, è indubbio che l’aumento dell’utilizzo dei droni avverrà principalmente in cinque campi: agricoltura, edilizia, assicurazioni, forze dell’ordine, media e telecomunicazioni.
Ma per chi vuole capire meglio le norme che regolano i voli, comprendere le differenze dell’uso di un drone in base allo scopo e alle peculiarità dello stesso prodotto, facciamo chiarezza per offrire un quadro utile agli appassionati e alle aziende interessate a usufruire dei piccoli velivoli che offrono un punto di vista tanto unico quanto impossibile da eguagliare. A rispondere agli interrogativi è Luca Brizzi, Presidente esecutivo e Head of R&D di ADPM Drones.
Quale procedura deve seguire un appassionato che voglia iniziare a pilotare un drone?
Dal 31 dicembre 2020 per scopi ricreativi è necessario ottenere una attestazione abilitante per poter pilotare un drone sopra i 250 grammi, che si può ottenere online sul sito dell’Enac tramite il pagamento di 31 euro. Senza tale attestazione, invece, si possono utilizzare droni al di sotto della soglia di peso (in ordine di volo), cioè inferiore ai 250 grammi. Naturalmente si dovrà procedere anche con la stipula di un contratto di assicurazione adatta allo scopo.
Cosa cambia in una prospettiva aziendale?
Il discorso è un po’ complesso, perché con il nuovo regolamento non è più rilevante se si stia pilotando un drone per motivazioni lavorative o per hobby. Conta solo e soltanto se ciò che si sta facendo può essere in qualche modo pericoloso. Ci sono diverse categorie di operazioni: Open, Specific, Certified, che è la categoria più complicata. In genere, si prendono come riferimento le prime due categorie: tutto ciò che non rientra nella categoria Open diventa categoria Specific. Per quest’ultimo ambito, sono previste autorizzazioni speciali valutate di volta in volta dagli organi competenti; a loro volta le operazioni specifiche possono diventare certificate se sussistono alcuni requisiti di pericolosità tali da non poter rimanere nel confine delle Specific.
Da azienda attiva nel mercato, cosa servirebbe per agevolare la diffusione, l’uso o la visibilità dei velivoli a pilotaggio remoto?
Per far decollare (in tutti i sensi) l’utilizzo dei droni dovrebbero esserci regole chiare e meno restrittive per l’utilizzo dei droni in modalità BVLOS (Beyond Visual Line Of Sight) con pilota remoto. La possibilità di far volare i droni in questa modalità esiste, ma le richieste e la documentazione da redigere e sottoporre ad Enac per ottenere l’autorizzazione, anche per un drone di pochi etti di peso in ordine di volo, è molto complessa, anche per il sorvolo di zone non critiche.