Droni per presidiare i tratti di costa scelti dalle tartarughe per nidificare. Da qui parte la collaborazione avviata da ADPM Drones con Legambiente, nell’ottica di salvaguardare la specie a rischio Caretta caretta, esposta a diverse minacce prima ancora di vedere la luce e affrontare le insidie del mare, come l’inquinamento acustico e luminoso, oppure il danneggiamento delle uova deposte dalle attività dell’uomo sulla terraferma.
Legambiente mette in campo i Tartawatchers, volontari e operatori attivi nel tenere sotto controllo le coste del paese durante il periodo di ovodeposizione, che va da fine maggio ad agosto. Per incrementare l’efficacia dei controlli arriva quest’anno il monitoraggio effettuato con l’ausilio dei droni gestiti da ADPM Drones che, oltre ai rilievi in volo, integra le tecnologie di comunicazione satellitari e terrestri (5g) per gestire le attività specifiche dei droni, come il controllo e la ricezione del video in tempo reale.
“I droni sono uno strumento versatile e adatto a tantissimi scenari, molti dei quali ancora inesplorati. Siamo convinti possano giocare un ruolo fondamentale anche nella salvaguardia dell’ambiente e di tutte le specie, per questo siamo felici e crediamo molto nella collaborazione con Legambiente”, ha dichiarato Matteo Forte, Head of Business Development and Partnerships di ADPM Drones.
“È un impegno sempre più accurato, capillare e partecipato quello che ci vede in prima linea nella salvaguardia delle tartarughe marine e della specie Caretta caretta in particolare”, ha spiegato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. Nell’area mediterranea ogni anno si contano circa 7 mila nidi di tartarughe marine. Numero che è cresciuto negli ultimi anni grazie all’aumento delle temperature legato ai cambiamenti climatici, come dimostrano i 250 nidi scoperti la scorsa stagione. L’area di maggiore concentrazione di questi ultimi si è registrata in Calabria, Sicilia, Puglia, Campania e Toscana, seguite da Sardegna, Lazio, Marche e Basilicata.
Il monitoraggio aereo delle coste è la prima iniziativa nata dalla collaborazione tra ADPM Drones e Legambiente, cui potrebbero seguire altri progetti, dedicati in particolare al controllo ambientale per la tutela degli ambienti marini e lacustri con l’integrazione avanzata di tecnologie satellitari e reti terrestri.